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martedì 28 febbraio 2012

Un foglio di emozioni

Un foglio di emozioni
E' notizia dei giorni passati che i bambini della scuola materna che ha ospitato i naufraghi nell'Isola del Giglio hanno rappresentato graficamente la tragedia. Nei loro disegni non si vedono nè morti nè paura, quasi come se fosse un evento fantastico, immaginario, una fiaba. Rappresentano l'accaduto così come lo hanno vissuto, in modo diverso a seconda dell'età e delle esperienze di vita pregresse che li caratterizzano. C'è chi disegna la nave come una balena con la bocca spalancata, chi come un grosso rettangolo in mezzo al mare, chi disegna figure umane nel vuoto del foglio bianco, chi semplicemente scarabocchia.
Sono diversi gli esempi di come questi bambini hanno visto, vissuto e interpretato la tragedi, tutti però ugualmente autentici e veri.
Da un punto di vista più generale, attraverso il disegno i bambini sono in grado di dare voce a ciò che non riescono ad esprimere con le parole, per timidezza, rabbia, a volte paura. Sperimentano emozioni e vissuti, concretizzando il loro mondo interiore e connotandolo di colori, forme, tratti, per renderlo comprensibile e forse anche accettabile a se stessi, e poi agli altri. Dare loro l'opportunità di raccontarlo permette di rendere esplicite le emozioni e le sensazioni che hanno portato a crearlo, evitando che venga dimenticato, e di scindere il vissuto dalla rappresentazione grafica, quasi come se potessero sperimentare un realtà diversa, dove tutto è possibile e dove tutto non è come sembra, perchè filtrato dalla loro ingenuità. Il disegno è quindi un modo alternativo e forse il più autentico per un bambino di raccontare la realtà, vista con i suoi occhi.

Dott.ssa Marianna Ge

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