L’estate sta finendo…ci siamo riposate, e ci siamo divertite ad osservare quello che accadeva sulle spiaggie, abbandonando, questa volta, “l’occhio clinico” e osservando le relazioni tra genitori e figli, rendendoci conto di quanta fatica ci sia dietro ad episodi anche divertenti.
Genitori esausti che arrivano da un faticoso anno lavorativo, in spiaggia non possono staccare la spina ed abbassare la guardia ed è così che si ritrovano a rincorrere bambini adrenalinici, che non si stancano mai…mai. Bambini che corrono, si tuffano, si rotolano, fanno continue richieste di giochi, liberano la fantasia, che al mare sembra diventi sconfinata come l’orizzone che si ritrovano di fronte.
Ed è così che la stanchezza e l’esasperazione ci ha fatte sentire alcune tra le più tipiche frasi quali “Smettila o ti buco il pallone” che sembra non sortire alcun tipo di effetto così come la frase, utilizzata per le parolacce o i capricci: “Smettila o ti pungo la lingua”. Inutile.
Davvero emblematico il caso di un bimbo di circa cinque anni che piangeva davanti al padre per ottenere sul bagnasciuga un qualcosa in cui c'entrava una tavola di Spiderman. Sfinito il padre decide di tapparsi con i pollici entrambe le orecchie e chiudere gli occhi, dopo diversi secondi il bambino cessa di piangere, congela le emozioni e scappa; il padre, nel suo isolamento quasi autistico, nemmeno se ne accorge.
Infine un bambino di un tre anni anni, non vuole salire sul passeggino, il padre non riesce a convincerlo in nessun modo. Disperato si butta in ginocchio e lo implora : “ ti prego ! fallo per me, guarda tutti gli altri bambini come sono tranquilli nel passeggino…ti prego! Ti scongiuro!”, risultato? Il bambino sbatte i piedi, incrocia le braccia e col broncio ripete “NO NO E NO!!”
E voi a cosa avete assistito?