La copertina dell'Internazionale uscito il 18 aprile ha subito scatenato la mia curiosità, sono quindi corsa in edicola per poter leggere questo articolo.
Tutto parte da Laurence Steinberg, psicologo della Temple University una
delle maggiori autorità in materia di pubertà negli stati uniti, che ha seguito
diversi studi sugli adolescenti ed anche un’analisi approfondita di come i
genitori vivono il passaggio dei figli alla pubertà.
Ciò che sostiene l’articolo basato sulle ricerche di
Steinberg, ma non solo, è che la
situazione psicologica di un adulto è molto più prevedibile se messa in
relazione con lo sviluppo psicologico del figlio piuttosto che con l’età. Cosa
vuol dire questo? Lo sviluppo del figlio con la sua spinta all’autonomia ed all’indipendenza
dai genitori e dalla famiglia sposta i riflettori sulla vita dei genitori,
rivelando, se ce ne sono, i loro problemi. Pensate alla menopausa o pre menopausa per le donne, spesso in coincidenza con l'entrata dei figli nell'età puberale e quindi fertile, la situazione si rovescia.
La volontà dei genitori di mantenere
sicuri e protetti i propri figli anche quando crescono e aspirano all’autonomia
può essere estenuante per entrambi. Da protettori dei ragazzi i genitori si
trasformano in carcerieri. Lasciar crescere il proprio figlio nell’adolescenza
vuol dire anche cedere un po’ del proprio potere ai figli che inizieranno a
prendere le loro decisioni; significa inoltre retrocedere un po’ accettando che
i ragazzi rimodellano la loro vita senza mettere al centro i genitori ed i loro
obiettivi.
Non è giusto chiedere
la felicità ad un figlio sosteneva Adam Phillips, le aspettative assegnano
ad un figlio il ruolo di “antidepressivo” e rendono i genitori più dipendenti dai figli di quanto lo siano
i figli da loro.
L’impatto più forte che può avere l’adolescenza dal punto
dei genitori è che li costringe ad
osservare se stessi. Anche i bambini piccoli spingono a valutare le scelte ma sono
gli adolescenti a suscitare più forti sentimenti di autocritica: chi saremo e
cosa faremo dopo che i figli non avranno più bisogno di noi? Sono gli
adolescenti a presentare il contro delle decisioni genitoriali e a far chiedere
se tutto quello che si è fatto è stato fatto bene. L’adolescenza dei figli
spinge ad una sorta di bilancio complessivo, e questo può portare a sentimenti
di orgoglio e realizzazione, ma anche di dubbio e rimpianto.
Malgrado gli sforzi dei genitori tutti i ragazzi potranno
vivere dei momenti di infelicità nella loro crescita. Ci sono dei limiti
oggettivi a quanto i genitori possono fare per proteggere i figli adolescenti
dagli aspetti dolorosi della vita, ma hanno tutto il tempo prima per costruire
una buona relazione.
Questo il link dell'articolo originale di Jennifer Senior sul New York Magazine.
Voi cosa ne pensate?
Dott.ssa Laura Tresoldi