Un blog di psicologhe, di colleghe in continua formazione, tutte con esperienze professionali diverse unite dalla passione per lo stesso lavoro.



Con questo blog vorremmo informare e diffondere contenuti di carattere psicologico che possano essere spunto di confronto e condivisione di esperienze e opinioni, pertanto siete tutti invitati ad offrire il vostro prezioso contributo attraverso commenti e suggerimenti.



Chi voglia contattarci per richiedere una consulenza potrà farlo privatamente, le richieste pervenute sul blog non troveranno risposta e verranno eliminate.



TI PIACCIONO I NOSTRI POST? CLICCA SULLA VOCE "INTERESSANTE" ALLA FINE DI OGNI ARTICOLO!



domenica 2 marzo 2014

EMPATIA E'...una potente risorsa comunicativa

 
 

 
 

Che cos’è l’empatia? E cosa lega questo termine con quello di simpatia? Etimologicamente, entrambi  derivano dal greco e  contengono la parola “pathos” che rimanda al sentimento, alla passionalità dell’animo umano, ad uno stato di  intensa emozione,  commozione,  sofferenza.  Ma cosa differenzia i due termini a livello relazionale? Può essere  sufficiente provare simpatia per riuscire a creare e mantenere un legame di  intima vicinanza con l’altro?

Vorrei suggerirvi la visione di un tenerissimo corto dal titolo “Il potere dell’empatia” (basta   un clic sul link sottostante) tratto da una conferenza sul tema della vulnerabilità tenuta dalla dott.ssa Brené Brown,  docente e ricercatrice di scienze sociali presso l’Università di Houston. Il filmato, che  ha per protagonisti tre buffi personaggi: un empatico orso, una triste volpe e un simpatico capriolo, mostra con semplicità, delicatezza e brillante ironia, cosa comporti, all’interno di uno scambio interattivo, l’utilizzo dell’empatia piuttosto che della simpatia.

 
https://www.youtube.com/watch?v=L3vfd5-hubk  (cliccando sul link è possibile visualizzare il  video con doppiaggio in italiano, se si clicca sul video in basso lo si potrà ascoltare in lingua inglese)

 
"Che cos’è l’empatia? … e perché è così diversa dalla simpatia? L’empatia crea connessione e spinge verso la comprensione,  la simpatia porta al distacco. Uno studioso ha preso in esame professioni molto diverse tra loro per le quali l’empatia è fondamentale e ne ha individuato 4 qualità: 1)  Assunzione di prospettiva, la capacità di mettersi nei panni di un’altra persona, di riconoscere che la sua prospettiva è la 'sua' verità. 2)    Astenersi dal giudizio  (molto difficile, se ti piace giudicare come la maggior parte di noi). 3) Riconoscere i sentimenti altrui  4) Comunicarlo. Empatia è… sentire INSIEME. Penso sempre all’empatia come ad una sorta di spazio segreto; Se qualcuno cade in una sorta di buco profondo, e  raggiunto il fondo, grida: “non riesco a uscire, mi sento impotente, è buio, non ho più forze, sono sopraffatto”, noi guardandolo in quel luogo buio, possiamo dirgli: “Ehi… scendo per raggiungerti e starti vicino…so come ci si sente a stare lì sotto. Non sei solo.” La simpatia è…         “Oooh!”, “Che schifo lì, eh?”, “Eeeeeehm …”, “… vuoi un tramezzino?”, “Umm …”.
L’empatia è una scelta, ed è una scelta vulnerabile, perché per entrare in connessione con te, devo prima connettermi con quella parte di me che conosce quella sensazione. Molto raramente, forse mai, una risposta empatica può iniziare con “beh, almeno …”. Io stessa l’ho fatto, sì … e lo facciamo tutti di continuo. Sapete come va? Qualcuno ha appena condiviso con noi qualcosa di incredibilmente doloroso, e noi cerchiamo  in qualche modo di alleggerirlo. E' come se ci disegnassimo un alone di luce intorno. Per cui: - Se a dice :"Ho perso il bambino", - allora b risponde: "beh, almeno sai che puoi restare incinta" - Se a dice: "Penso che il mio matrimonio stia cadendo a pezzi" - allora b risponde: " beh, almeno ce l'hai un matrimonio" - Se a dice: "John sta per essere espulso da scuola" - allora b risponde: "beh, almeno è un ottimo studente." Quello che facciamo a volte, di fronte ad una conversazione difficile, è cercare di rendere le cose migliori. Se condivido con te qualcosa di delicato, preferirei che dicessi: “ non so cosa dire in questo momento, ma sono molto contento che me ne abbia parlato.” Perché la verità  è che, difficilmente una risposta può migliorare le cose.  Ciò che può migliorare le cose è la connessione emotiva, sentirsi accolti e compresi, nel profondo."
Questo bellissimo corto ci invita a riflettere sulla modalità che più spesso adottiamo nell'interazione con gli altri, in particolare quando, questi ultimi, ci scelgono come interlocutori privilegiati ai quali depositare le loro drammatiche vicende. Voi, come siete soliti comportarvi in tali circostanze? tendete ad accogliere o respingere le confidenze altrui? Vi sentite più empatici o più simpatici? E cambiando prospettiva, sentite una disposizione benevola all'ascolto da parte dell'altro, quando siete voi ad aver bisogno di essere accolti? avete fatto esperienza di autentica comprensione dall'altro a cui avete scelto di affidare le vostre piccole o grandi fragilità? o ve ne siete sentiti delusi perché l'altro ne ha preso distanza, minimizzando il vostro dolore, sdrammatizzandolo o addirittura ignorandolo, un po' come fa il capriolo della storia?
Secondo  Heinz Kohut, psicoanalista austriaco che si è occupato di questi temi, mentre la simpatia consente "un sentire con l'altro", nell'empatia si verifica un' "immersione nell'altro e dell'altro in me, ma senza confusione". Un po' come fa l'orso della storia che scende lì dove la sua amica volpe è precipitata, per dargli conforto e fargli sentire che gli è realmente vicino e che non teme di sentire ciò che lei prova, il suo dolore. Anche l'orso l'ha a sua volta vissuto e sa che ciò che conta in quei momenti è la presenza dell'altro e il suo caldo abbraccio. E' la conferma dell' esserci per lui ciò che più conta e che scalda il cuore e ridona coraggio.
Kohut definisce l'empatia "il tentativo di sperimentare da parte di una persona la vita interiore di un'altra, pur conservando nello stesso tempo la posizione di osservatore imparziale", sulla stessa linea, Freud la definisce come il processo "che più di ogni altro ci permette di intendere l'Io estraneo di altre persone." Solo se mi sento sufficientemente sicuro che nell'accogliere il tuo dolore possa non esserne  a mia volta sopraffatto, non ne scappo come fa il capriolo. Quest'ultimo, personifica la paura di guardarsi dentro. Non tutti infatti desiderano accedere alla propria "stanza buia interna" perché se ne sentono spaventati e preferiscono evitare ciò che creerebbe ansia e malessere.    L'empatia è quell'ingrediente che nelle relazioni fa la differenza, le arricchisce, rendendo più forti i legami perché permette di costruire tra gli altri e noi quei ponti invisibili che "legano", ma richiede la coraggiosa disposizione ad entrare in contatto con le proprie vulnerabilità. E' un'abilità sociale   indispensabile, una preziosa risorsa comunicativa che merita di essere continuamente allenata e affinata.
Concludo riportando due citazioni, una, la prima, di Henry Wadsworth Longfellow che invita a sospendere il giudizio critico verso l'altro e orienta ad una maggiore comprensione empatica: "Se potessimo leggere la storia segreta dei nostri nemici, noi troveremmo nella vita di ciascuno dispiaceri e sofferenze tali da disarmare tutta la nostra ostilità.” E la seconda, di Carl Rogers: "Ogni persona è un'isola in se stessa [...] e può gettare dei ponti verso altre isole solamente se vuole ed è in grado di essere se stessa."  

Dott.ssa Moira Melis

Trascrizione tratta dal corto “Il potere dell’empatia”, RSA shorts - The Power of Empathy,   www.thersa.org
Mauro Fornaro, Il soggetto mancato. La psicologia del Sé di Heinz Kohut, Ed. Studium, Roma, 1996, pp. 77-81