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martedì 2 aprile 2013

MAMMA, PAPA’…IO A SCUOLA NON CI VADO!



Capita a volte di vedere genitori che non sanno più cosa fare per convincere i loro figli ad entrare a scuola! Se va bene si vedono bambini in lacrime, ma nei casi più complessi si possono vedere piccoli alunni che si attaccano alla gamba dei genitori, che urlano, che si incollano al cancello della scuola per non entrare. Da una parte i genitori imbarazzati e a volte arrabbiati, dall’altra parte le insegnanti impotenti. In mezzo loro: bambini che stanno soffrendo.
Se il disagio è circoscritto solo ed esclusivamente alla scuola si può parlare di “Fobia scolare”. Essa riguarda l’ansia eccessiva che coglie il soggetto proprio quando deve andare a scuola e durante le ore scolastiche,  compromettendo in modo significativo una regolare frequenza. I sintomi più frequenti che il bambino può manifestare possono essere agitazione, ansia, paura e possono riguardare anche l’area somatica lamentando mal di testa, mal di pancia, nausea, palpitazioni fino ad arrivare a disturbi del sonno, enuresi e risvegli notturni.
A volte però…c’è dell’altro.
La scuola è l’ambiente che il bambino frequenta per ben otto ore al giorno. Proviamo a pensare…se noi stessi avessimo delle preoccupazioni che riguardano un certa situazione che viviamo in casa, saremmo sereni a lasciare la casa stessa per ben otto ore di seguito?
La maggior parte di voi…direbbe di no.
Ecco cosa succede ad alcuni bambini che non riescono ad andare a scuola e a separarsi dai propri genitori anche per poter vivere altre esperienze.  Si parla in questo caso di “Ansia da separazione”.
Essa fa riferimento ad un’ansia inappropriata, rispetto al livello di sviluppo, che il bambino sperimenta quando viene separato dalla figura principale che si prende cura di lui. Spesso c’è una persistente ed eccessiva preoccupazione rispetto al fatto che un evento spiacevole e imprevisto possa capitare alle persone a cui lui è principalmente legato.  Si tratta di bambini che a volte hanno anche difficoltà a stare da soli, a dormire da soli e che si lamentano per molteplici sintomi fisici.
In questi casi la difficoltà ad andare a scuola, non sarebbe legata all’ambiente scolastico in sé, ma alla difficoltà di separarsi dalle figure di riferimento e dall’ambiente domestico. 
Cosa si può fare nell’immediato per aiutare un bambino che vive questa situazione?
È importante evitare di uscire di nascosto per la paura di scatenare il pianto del bambino, in quanto questa modalità aumenterebbe maggiormente il senso di insicurezza del piccolo. Fondamentale è trattare con serietà l’ansia del bambino in modo comprensivo e sereno evitando di minimizzare o prendere in giro con frasi come “adesso sei grande, basta capricci” o ancora “se non la smetti andrai in punizione!”. È più opportuno spiegare bene la situazione che il bambino deve affrontare nel qui ed ora rendendo il più prevedibile possibile la realtà.
Cosa si può fare per aiutare in modo significativo un bambino che vive questa situazione?
I sintomi che i bambini portano non devono essere sottovalutati. Se si esprimono così significa che il bambino non trova le parole per dirlo in altro modo. Con l’aiuto di uno psicologo è possibile capire le difficoltà che stanno alla base di questo disagio e lavorare per risolverlo alla radice. 
Dott.ssa Laura Prada

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