E' proprio questo il lavoro in equipe in cui noi crediamo fortemente: quello dove ognuno porta il proprio contributo personale ed unico per creare qualcosa insieme: una "mente collettiva".
Un équipe potenzia la sua intelligenza collettiva quando è in grado di esaltare le doti individuali dei suoi membri. Ciascuno di essi porta nel lavoro il proprio bagaglio di esperienza e di conoscenza, fornendo un indubbio incremento alla mente collettiva. Inversamente l' équipe aiuta a compensare eventuali limiti di conoscenza e di esperienza dei singoli. (Matteo Selvini, Mara Selvini Palazzoli: “Il lavoro in equipe: strumento insostituibile per la ricerca clinica mediante la terapia familiare”. Ecologia della mente, 4 , pp. 54-76 (1989)
Il lavoro in equipe è parte fondamentale dell'identità del nostro modello terapeutico infatti: permette di avere sempre un confronto tra chi segue direttamente la terapia e chi indirettamente; la presenza di un terapeuta meno coinvolto aiuta a vedere la situazione dal di fuori e protegge dalla manipolazione della famiglia e dal tentativo che questa mette in atto per risucchiare il terapeuta diretto nel suo "gioco psicotico"; una dimensione di "squadra" consente di sopravvivere a condizioni di lavoro che altrimenti condurrebbero alla depressione e al "burn-out" dell'operatore isolato; il senso di compartecipazione dato da uno "spirito di squadra", il compenso affettivo alle frustrazioni fornito dall'équipe, sono un efficace antidoto "antidepressivo".
“Credere nelle proprie idee, imparando dalle esperienze costruite insieme alla propria squadra, esaltarsi dentro un’appartenenza… La caldissima follia creativa che tutti noi vorremo cercare di imitare”. (Matteo Selvini, “L'Equipe come mente collettiva e la sua attualizzazione nella pratica clinica di docenti e allievi".).
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