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giovedì 25 ottobre 2012


La separazione e i bisogni dei bambini

Dai dati Istat, si nota come in Italia il numero dei matrimoni interrotti sia progressivamente cresciuto negli anni. La separazione o il divorzio fa male ai genitori, ma sono soprattutto i bambini a soffrirne di più. Essi entrano in gioco direttamente (si alleano con un genitore contrastando l’altro, si sostituiscono nelle decisioni, si intromettono tra i due, si prestano ad essere utilizzati dai genitori) o indirettamente (i genitori usano i figli come merce di scambio, la loro gestione alimenta la rivalsa e la vendetta, i comportamenti dei bambini vengono usati in modo strumentale verso l’altro).

Diritti e bisogni dei bambini
Il bambino ha il diritto di avere due genitori che lo amano e lo comprendono, si deve sentire protetto e tutelato, deve poter avere dei punti di riferimento stabili, devono essere educati, guidati e contenuti.
Il bambino ha bisogno di essere “pensato” e non “usato”, ascoltato, accolto, amato e stimato, quindi riconosciuto, ha bisogno che vengano rispettate le sue esigenze di gioco, affetto, interazione, esplorazione,…
I bambini di diverse età hanno bisogni differenti; anche l’impatto che ha la separazione e i rischi che ne derivano sono diversi:
0-2/3 anni: fin da subito il bambino sviluppa un attaccamento con la figura primaria, che potrebbe venirgli a mancare a seguito della separazione: ciò porterebbe alla perdita di contatto con questa, con una conseguente regressione. Inoltre sviluppa fiducia nel contesto ambientale: la perdita dell’ambiente familiare (presenze, routine, voci) potrebbe generare fobie e paure su luoghi e cose.
2/3-5 anni: il bambino ha consapevolezza della propria individualità, interiorizza le figure primarie e si identifica con l’adulto; dopo la separazione potrebbe sentirsi responsabile di questa, mostrando fantasie di riunificazione. I rischi sono di regredire, di perdere il genitore dello stesso sesso come modello di identificazione e provare sentimenti di abbandono, quali tristezza, depressione e scarsa autostima.
6-11 anni: in età scolare il bambino si relaziona con i coetanei e la comunità, sviluppa il senso morale, è maggiormente in grado di controllare le emozioni, ha sempre maggiore consapevolezza di sé ed è in grado di valutare le proprie capacità in rapporto agli altri. A seguito della separazione può esprimere il dolore attraverso la rabbia, può mostrare paure legate al cibo e alla casa, al poter perdere i genitori, può considerarsi la causa della separazione e tentare di riunire la famiglia, può vergognarsi di fronte alla comunità. I rischi sono quelli di un crollo del rendimento scolastico, di possibili stati depressivi, di ansia, di alleanza con un genitore a scapito dell’altro, di solitudine, depressione e scarsa autostima.
12/13-18 anni: il ragazzo acquisisce un’identità sempre più strutturata che lo porta ad essere indipendente e si confronta con le regole della società. Dopo la separazione l’emancipazione può risultare precoce o incompleta, il ragazzo può sentirsi imbarazzato per la propria famiglia, svalutare uno o entrambi i genitori e avere nuove priorità, come amici e impegni prima dell’altro genitore. Il rischio è di un acting-out (ricerca del senso di appartenenza), di un’adolescenza ritardata, con il desiderio di restare bambino, dubbi sulle proprie capacità e relazioni personali “esagerate”.

(da “Dire il divorzio”, Anna Oliverio Ferraris, Psicologia Contemporanea, n.167, 2001)

Le reazioni dei bambini
Le reazioni che i bambini hanno a seguito della separazione dei genitori sono diverse, a seconda dell’età evolutiva e dell’importanza data all’evento: possono piangere, protestare o “fare i matti” (reazione aggressiva), negare la realtà, rifiutarla o proiettarla all’esterno (attivazione delle difese personali per sopravvivere al dolore), essere apatici, indifferenti e comportarsi come se non avessero capito (reazione depressiva). Possono anche manifestare sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco, scoppi di pianto o tristezza improvvisa.

Come aiutarli
E’ importante dare messaggi chiari, trasmettere al bambino le informazioni in modo aperto e sincero, su quello che è successo, che sta succedendo e che succederà, adattare il linguaggio all’età del bambino, rispettare i suoi tempi, accettarne e rispettarne le emozioni e le reazioni. I GENITORI SONO LE PERSONE PIU’ INDICATE PER INFORMARE E PREPARARE IL BAMBINO: SONO LORO GLI ESPERTI.

Dott.ssa Marianna Ge



1 commento:

  1. Considerando gli ultimi avvenimenti di cronaca in fatto di bambini "in mezzo" a due genitori in conflitto (il caso di Leonardo)trovo importante la sottolineatura della figura dei minori nelle separazioni tra i genitori.
    Qualcuno da tempo parla della possibilità/necessità di un "avvocato" per il figlio di genitori in separazione: una figura che si dedichi completamente a far rispettare i diritti del minore ed il suo benessere psico-fisico.

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