Congelare le emozioni e far prevalere la razionalità di un
pensiero che dice di poter farcela da soli e di non aver bisogno di nessuno,
negando i propri bisogni di conforto e accudimento.
Per sopravvivere una strategia: mantenere le distanze e
celare a se stessi e agli altri l’ansia, la rabbia e lo sconforto.
Ma da dove nasce questa necessità di stabilire rapporti poco
intimi, garanzia per un’autonomia
personale, basati prevalentemente sull’enfatizzare la componente amicale e il lucido calcolo
razionale? Perché non si può correre il rischio di essere rifiutati?
L’origine va rintracciata in un’infanzia in cui si sono sperimentate delle relazioni
con le figure di accudimento in cui le manifestazioni di affetto sono state
banalizzate e ridicolizzate, trasmettendo una sensazione di non valere come le
altre persone. Questo contribuisce a creare uno stile di attaccamento evitante.
Una madre che minimizza le esigenze del figlio (“Sei grande, non devi
piangere!”) o che si mostra irritata dalle manifestazioni di debolezza del
bambino, gli da l’idea di esser pronta da un momento all’altro a recidere la
relazione e negare il suo affetto. Madre fredda e rifiutante , convinta di fare
il bene del proprio figlio, di prepararlo ad una vita impervia, molto spesso
proprio come lei è stata allevata.
Il bambino impara presto a conformarsi alle richieste di
questa madre per non perderla: lei agisce nel suo bene perché lo vuole
indipendente e autonomo, mentre lui si sente cattivo perché prova disperazione
e sofferenza.
Ed è così che, da grande, questo bambino potrà trovare
ridicole le manifestazioni di affetto da parte di altri che lo fanno sentire
solo imbarazzato e inadeguato, ma non farà trapelare nulla di tutto ciò. Da
grande sarà sospettoso delle ragioni degli altri, spesso non degni di fiducia o
ridicolmente dipendenti. Di fronte alla rottura di una relazione mostrerà
indifferenza o solo un poco di dispiacere, mai disperazione o dolore. Non
cercherà di opporsi a questa cosa, perché l’amore romantico non esiste nella
realtà, è raro che un amore duri una vita intera ed è quasi impossibile trovare
qualcuno di cui innamorarsi profondamente, non c’è bisogno dell’amore per
essere felici; darà cosi un maggiore peso a obiettivi quali il lavoro, la
carriera o il successo. Non tornerà sui suoi passi dopo la fine di una
relazione, perché per lui quella sarebbe una “minestra riscaldata”.In una relazione non darà segni di gelosia, sarebbe un segno di debolezza. La tendenza è quella di cercare relazioni che lo scaldino poco, magari intensamente sessuali ma poco affettive. Quando ha la sensazione che il legame diventi troppo intimo si sentirà in gabbia e avrà bisogno di romperlo e cambiare ripartendo da zero. Alla volte è un traditore, quel comportamento sarà funzionale a mettere una distanza in un rapporto che l’"evitante" sente diventare troppo serio e dal quale non vuole dipendere. Non vuole essere vicino, ma nemmeno lontano. Quando ha una sofferenza preferisce stare da solo, perché è così che faceva quando era piccolo. E’ spesso irritato da una persona che tende a stagli vicino a tutti i costi e in tutte le maniere.
Ogni individuo è portatore di uno tipo di attaccamento, la
consapevolezza di “funzionare” in determinato modo è il primo passo per
costruire una vita relazionale felice.
Buongiorno dott.ssa Marta Villa, ho letto con interesse il suo post su Amore Congelato. Ma mi chiedo, come si può "riscaldare" da adulti, un cuore così?
RispondiEliminagrazie
Marta
speravo in un riscontro.. evidentemente é un blog in disuso...
RispondiEliminapeccato
Marta
me lo stavo chiedendo fortemente anch'io..spero in una risposta salazaarweb@gmail.com
RispondiEliminaBuonasera,
RispondiEliminaquesto non è un blog in disuso anche se ultimamente la pubblicazione dei post è rallentata,,riprenderemo a breve!
Come leggete nella terza frase in testata le richieste pervenute nei commenti non possono ricevere una risposta perché, al di là di vincoli deontologici, non sarebbero trattate con la dovuta attenzione. Ogni situazione è unica. Piuttosto riferitevi alle mail personali come qualcuno fa, anche se ci tengo a specificare, anche a nome delle mie colleghe, che non si tratta di un blog per delle consulenze ma per delle riflessioni che possano dare degli spunti per procedere nel cammino della vita!
mi scusi la citazione iniziale dove l'ha presa? grazie mille
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