Capita
a volte di vedere genitori che non sanno più cosa fare per convincere i loro
figli ad entrare a scuola! Se va bene si vedono bambini in lacrime, ma nei casi
più complessi si possono vedere piccoli alunni che si attaccano alla gamba dei genitori,
che urlano, che si incollano al cancello della scuola per non entrare. Da una
parte i genitori imbarazzati e a volte arrabbiati, dall’altra parte le
insegnanti impotenti. In mezzo loro: bambini che stanno soffrendo.
Se il
disagio è circoscritto solo ed esclusivamente alla scuola si può parlare di
“Fobia scolare”. Essa riguarda l’ansia eccessiva che coglie il soggetto proprio
quando deve andare a scuola e durante le ore scolastiche, compromettendo in modo significativo una
regolare frequenza. I sintomi più frequenti che il bambino può manifestare
possono essere agitazione, ansia, paura e possono riguardare anche l’area
somatica lamentando mal di testa, mal di pancia, nausea, palpitazioni fino ad
arrivare a disturbi del sonno, enuresi e risvegli notturni.
A
volte però…c’è dell’altro.
La
scuola è l’ambiente che il bambino frequenta per ben otto ore al giorno.
Proviamo a pensare…se noi stessi avessimo delle preoccupazioni che riguardano
un certa situazione che viviamo in casa, saremmo sereni a lasciare la casa
stessa per ben otto ore di seguito?
La
maggior parte di voi…direbbe di no.
Ecco
cosa succede ad alcuni bambini che non riescono ad andare a scuola e a
separarsi dai propri genitori anche per poter vivere altre esperienze. Si parla in questo caso di “Ansia da
separazione”.
Essa
fa riferimento ad un’ansia inappropriata, rispetto al livello di sviluppo, che
il bambino sperimenta quando viene separato dalla figura principale che si
prende cura di lui. Spesso c’è una persistente ed eccessiva preoccupazione
rispetto al fatto che un evento spiacevole e imprevisto possa capitare alle
persone a cui lui è principalmente legato. Si tratta di bambini che a volte hanno anche
difficoltà a stare da soli, a dormire da soli e che si lamentano per molteplici
sintomi fisici.
In
questi casi la difficoltà ad andare a scuola, non sarebbe legata all’ambiente
scolastico in sé, ma alla difficoltà di separarsi dalle figure di riferimento e
dall’ambiente domestico.
Cosa
si può fare nell’immediato per aiutare un bambino che vive questa situazione?
È
importante evitare di uscire di nascosto per la paura di scatenare il pianto
del bambino, in quanto questa modalità aumenterebbe maggiormente il senso di
insicurezza del piccolo. Fondamentale è trattare con serietà l’ansia del
bambino in modo comprensivo e sereno evitando di minimizzare o prendere in giro
con frasi come “adesso sei grande, basta capricci” o ancora “se non la smetti
andrai in punizione!”. È più opportuno spiegare bene la situazione che il
bambino deve affrontare nel qui ed ora rendendo il più prevedibile possibile la
realtà.
Cosa
si può fare per aiutare in modo significativo un bambino che vive questa
situazione?
I
sintomi che i bambini portano non devono essere sottovalutati. Se si esprimono
così significa che il bambino non trova le parole per dirlo in altro modo. Con
l’aiuto di uno psicologo è possibile capire le difficoltà che stanno alla base
di questo disagio e lavorare per risolverlo alla radice.
Dott.ssa Laura Prada
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