Un blog di psicologhe, di colleghe in continua formazione, tutte con esperienze professionali diverse unite dalla passione per lo stesso lavoro.



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giovedì 26 novembre 2015

#VoltaPagina capitolo III. Gli psicofarmaci


Terzo capitolo della campagna di promozione della figura dello Psicologo. 

Se hai un problema emotivo, una disarmonia in famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella vita sociale, rivolgiti a uno psicologo.
Lo psicologo è un professionista con una laurea specifica, che ha superato un Esame di Stato ed è iscritto a un Albo pubblico che ne certifica la formazione e la preparazione ad affrontare esattamente quei problemi emotivi, psicofisici, ma anche sociali e organizzativi entro cui si genera il tuo stato di malessere.
Non affidarti a chi non ha la giusta competenza per aiutarti. Psicologi e Psicoterapeuti sono i professionisti adeguati e formati appositamente per venirti in aiuto.

11,2 milioni di italiani assumono psicofarmaci.

Chi va dallo psicologo è matto?

#VoltaPagina

giovedì 19 novembre 2015

#VoltaPagina il secondo video



Il 40% degli italiani ha consultato almeno una volta un mago.
Solo il 20% ha consultato almeno una volta uno psicologo. 

#VoltaPagina

mercoledì 11 novembre 2015

Campagna di sensibilizzazione e promozione della figura dello psicologo #VoltaPagina



#VoltaPagina è la Campagna video di 
sensibilizzazione e promozione della professione di psicologo
 lanciata da Ordine Psicologi Lazio.


Date un'occhiata al video e ai link che trovate qui sotto e.... fatelo girare!  



http://www.ordinepsicologilazio.it/voltapagina/

https://www.facebook.com/video.php?v=855630061217963

lunedì 19 ottobre 2015

Inside Out e le emozioni


Tutti ne parlano ma voi lo avete visto? 
 


Cliccando sul link trovate l'invito all'evento organizzato dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia a tema: educare alle emozioni. 




domenica 13 settembre 2015

INIZIA LA SCUOLA!



Settembre è ormai arrivato da un po’…e domani la maggior parte delle scuole riapriranno!
Un appuntamento importante per molti, soprattutto per i nuovi piccoli studenti della scuola primaria che si troveranno ad affrontare una nuova grande avventura.

COME VIVE UN BAMBINO L'INGRESSO ALLA SCUOLA PRIMARIA?
Sicuramente questo nuovo inizio coincide con un processo di crescita in cui il bambino si trova a dover compiere uno sforzo di adattamento alla nuova realtà. Interessante come la Dott.ssa Gentile di Roma definisce questo ingresso del bambino “un po’ come uscire di casa, da solo, col proprio bagaglio costruito nei precedenti cinque anni e avventurarsi in un mondo nuovo, verso la crescita e quindi verso la vita, con le sue sfide e i suoi rischi”.
In generale un bambino di 5-6 anni è pronto ad affrontare questi cambiamenti in quanto dovrebbe aver raggiunto un certo grado di autonomia personale, ha maturato nel tempo consapevolezza di se stesso e degli altri e ha iniziato a trovare piacere nell’apprendere e conoscere nuovi contenuti della realtà.
Di solito i primi giorni vengono vissuti con serenità nonostante ci sia il grande sforzo di adattarsi alle nuove regole. Ogni bambino, in ogni caso, avrà i suoi ritmi e quindi è giusto seguirli dando lui il tempo di affrontare tutte le novità. 

I GENITORI COSA POSSONO FARE?
Molto importante è anche il punto di vista dei genitori in quanto saranno loro a veicolare molte impressioni sulla scuola. Quindi è fondamentale non solo chiedersi come vivono questo ingresso i bambini, ma come lo vivono anche gli adulti. Se i genitori sapranno vivere con serenità questo nuovo inizio, di riflesso anche i bambini si sentiranno più tranquilli e positivi verso la nuova realtà. Se invece l’ingresso alla scuola viene visto come un’occasione per capire quanto è “bravo” il proprio figlio, sarà più facile sviluppare nel piccolo ansia da prestazione o una vera e propria paura della scuola.
È importante, quindi, che questa avventura venga vissuta giorno per giorno insieme, condividendo paura e timori, spiegando bene ai proprio figli come saranno le cose in modo che loro possano prepararsi per un ambiente ai loro occhi il più possibile sicuro e prevedibile. Preparare il materiale insieme, scambiarsi racconti sulla vita scolastica attuale (dei propri figli) e passata (dei genitori), guardare insieme i quaderni e i lavori al fine di gratificare la loro fatica e il loro impegno sono tutti comportamenti che aiutano il bambino ad adattarsi e gli insegnano a comprendere quanto la scuola sia importante. 

I DOCENTI COSA POSSONO FARE?
Anche i docenti sono ovviamente un fondamentale ingrediente al fine di rendere questo percorso di vita il più sereno possibile. I primi giorni sono quelli della conoscenza sia dei nuovi compagni e delle insegnanti, dell’ambiente e dei suoi ritmi molto diversi da quelli della scuola dell’infanzia. È importante che si possa parlare, anche a scuola, di come viene vissuto emotivamente questo nuovo percorso in modo che anche i bambini possano comprendere che anche con le nuove insegnanti si può parlare di come si sta, di come si vive questa avventura, delle paure e
delle cose che entusiasmano. Anche i primi apprendimenti dovrebbero essere anche a scuola scarichi completamente dalla prestazione, ma carichi invece della voglia di imparare consapevoli della fatica e del fatto che giorno dopo giorno si riuscirà a fare meglio.

Beh…il 14 settembre è alle porte…quindi manca solo…un grande in bocca al lupo!

Dott.ssa Prada Laura

martedì 21 luglio 2015

Coppia, Tradimento e Relazioni.


Un interessante video in cui la dottoressa Esther Perel, terapeuta di coppia e della famiglia, si rivolge a chi ha tradito o a chi viene tradito esponendo un nuovo punto di vista per meglio comprendere le relazioni tra persone. 
L'intervento è tratto dal link:


E' un pò lungo ma molto interessante e offre diversi stimoli di pensiero e riflessione. 



Qui la traduzione dell'intero intervento:

Perché tradiamo? Perché le persone felici tradiscono? Quando parliamo di “infedeltà” a cosa ci riferiamo di preciso? È un incontro occasionale, una storia d’amore, sesso a pagamento, una chat di incontri, un massaggio con lieto fine? Perché pensiamo che gli uomini tradiscano per noia e paura dell’intimità, e che le donne tradiscano per solitudine e desiderio d’intimità? Un’avventura significa sempre la fine di un rapporto?
Negli ultimi dieci anni ho viaggiato per il mondo e lavorato approfonditamente con centinaia di coppie che sono state distrutte dall’infedeltà. C’è un solo tipo di trasgressione che può privare una coppia della propria relazione, della felicità e dell’identità: un’avventura. Tuttavia, questo fatto così comune è poco compreso. Quindi questo intervento è per chiunque abbia mai amato.
L’adulterio esiste da che è stato inventato il matrimonio, ed anche il tabù che lo riguarda. Infatti, l’infedeltà ha una tenacia che il matrimonio le può soltanto invidiare, al punto che questo è l’unico comandamento che viene ripetuto due volte nella Bibbia: una volta per l’azione e una volta per l’intenzione. (Risate) Così, come conciliamo ciò che è universalmente proibito e tuttavia universalmente praticato?
Nel corso della storia, gli uomini hanno avuto di fatto una licenza per tradire con poche conseguenze, supportati da innumerevoli teorie biologiche ed evoluzionistiche che giustificano la loro necessità di darsi da fare, la doppia morale è vecchia come l’adulterio stesso. Ma chi sa davvero cosa succede sotto le lenzuola? Perché quando si parla di sesso, la pressione per gli uomini è di vantarsi ed esagerare, mentre la pressione per le donne è di nascondere, minimizzare e negare, il che non è affatto sorprendente se pensate che ci sono ancora nove nazioni dove le donne possono essere uccise per adulterio.
Un tempo monogamia significava una persona per la vita. Oggi, monogamia significa una persona per volta.
(Applausi)
Probabilmente molti di voi avranno detto “sono stato monogamo in tutte le mie relazioni”.
(Risate)
Un tempo ci sposavamo, e facevamo sesso per la prima volta. Invece oggi ci sposiamo e smettiamo di fare sesso con altri. Il fatto è che la monogamia non ha nulla a che fare con l’amore. L’uomo faceva affidamento sulla fedeltà della donna per conoscere la paternità dei bambini, e decidere chi doveva ereditare le sue mucche una volta morto.
Tutti vogliono sapere qual è la percentuale di persone che tradiscono. Mi è stata fatta questa domanda appena arrivata a questa conferenza.
(Risate)
Sto parlando di voi. Però la definizione di infedeltà continua a espandersi: sexting, guardare i porno, essere attivo segretamente nelle app di appuntamenti. Poiché non c’è una definizione universalmente riconosciuta di che cosa costituisca infedeltà, la stima varia notevolmente, tra il 26% e il 75%. Come se non bastasse, noi tutti siamo contraddizioni viventi. Quindi il 95% di noi dirà che è terribilmente sbagliato da parte del nostro partner mentire su un’avventura, ma lo stesso numero dirà che è esattamente quello che faremmo se ne avessimo una.
(Risate)
Ora, questa è una definizione che mi piace di cosa sia un’avventura, riunisce tre elementi chiave: una relazione segreta, che è l’essenza di un’avventura; un legame in varia misura emotivo; e un’alchimia sessuale. Qui la parola chiave è alchimia, perché il brivido erotico è tale che il bacio che stai soltanto immaginando di dare può essere forte e seducente come ore e ore passate a fare l’amore. Come disse Marcel Proust, è la nostra immaginazione la causa dell’amore, non l’altra persona.
Insomma, non è mai stato così facile tradire e non è mai stato così difficile mantenere il segreto. E l’infedeltà non ha mai preteso un tale tributo psicologico. Quando il matrimonio era un affare economico, l’infedeltà minacciava la nostra sicurezza economica. Ma oggi che il matrimonio è un accordo romantico, l’infedeltà minaccia la nostra sicurezza emotiva. Paradossalmente, un tempo si ricorreva all’adulterio come spazio in cui cercare il vero amore. Oggi che cerchiamo l’amore nel matrimonio, l’adulterio lo distrugge.
Credo che ci siano tre modi in cui l’infedeltà ferisce in modo diverso, oggi. Abbiamo un ideale romantico per cui ci rivolgiamo a una persona per soddisfare un’infinita lista di bisogni: essere l’amore più grande, il mio migliore amico, il miglior genitore, il mio fidato confidente, il mio compagno emozionale, il mio pari intellettuale. E io sono: la prescelta, l’unica, l’indispensabile, l’insostituibile, sono quella giusta. Ma l’infedeltà mi dice che non lo sono. È il tradimento estremo. L’infedeltà manda in frantumi la grande ambizione d’amore. Se nel corso della storia, l’infedeltà è sempre stata dolorosa, oggi è spesso traumatica, perché minaccia il nostro senso del sé.
Il mio paziente Fernando è tormentato. Ripete continuamente: “Pensavo di conoscere la mia vita. Pensavo di sapere chi tu fossi, chi fossimo come coppia, chi fossi io. Adesso dubito di tutto”. Infedeltà - una violazione della fiducia, una crisi di identità. “Posso fidarmi ancora di te?”, si chiede. “Posso fidarmi ancora di qualcuno?”.
Ed è anche quello che mi dice la mia paziente Heather, quando mi parla della sua storia con Nick. Sposata, con due figli. Nick è partito per un viaggio d’affari, e Heather sta giocando con l’iPad di lui insieme ai ragazzi, quando vede un messaggio comparire sulla schermo: “Non vedo l’ora di vederti”. Strano, pensa lei, ci siamo appena visti. Quindi un altro messaggio: “Non vedo l’ora di stringerti tra le mie braccia”. Ed Heather capisce che i messaggi non sono per lei. Lei mi racconta che anche suo padre aveva delle avventure, che sua madre aveva trovato uno scontrino nella sua tasca, e del rossetto sul colletto. Heather inizia a scavare, e scopre centinaia di messaggi, scambi di fotografie e desideri espressi. I vividi dettagli di due anni di relazione di Nick svelati davanti a lei in tempo reale, e mi fa pensare: le avventure nell’era digitale sono una morte lenta per dissanguamento.
Ecco un altro paradosso con il quale abbiamo a che fare oggigiorno. A causa dell’ideale romantico, confidiamo nella fedeltà del nostro partner con fervore unico. Ma non siamo mai stati più inclini al tradimento, non perché oggi abbiamo più desideri, ma perché viviamo in un’epoca in cui ci sentiamo autorizzati a rincorrere i nostri desideri, perché questa è la cultura del “mi merito di essere felice”. Se un tempo si divorziava perché eravamo infelici, oggi si divorzia perché potremmo essere più felici. E se il divorzio portava grande vergogna, oggi, scegliere di rimanere quando si può andare è la nuova vergogna. Heather non può parlare con le amiche perché teme che la giudichino per il fatto di essere ancora innamorata di Nick, e ovunque si giri, riceve lo stesso consiglio: lascialo, buttalo fuori di casa. Se la situazione fosse invertita, Nick sarebbe nella stessa condizione. Rimanere è la nuova vergogna.
Quindi se possiamo divorziare, perché abbiamo ancora delle storie? La supposizione tipica è che se qualcuno tradisce, o c’è qualcosa di sbagliato nel rapporto o c’è qualcosa di sbagliato in te. Ma milioni di persone non possono essere tutte malate. La logica funziona così: se a casa hai tutto quello di cui hai bisogno allora non c’è necessità di guardare altrove, dando per scontato che esista una cosa come il matrimonio perfetto, che ci vaccina contro il desiderio di esplorare. E se la passione avesse una durata limitata? E se ci fossero cose che nemmeno una buona relazione potrà mai fornirci? Se persino le persone felici tradiscono, di cosa si tratta?
La maggior parte delle persone con le quali lavoro non sono impenitenti libertini. Spesso sono persone che credono profondamente nella monogamia, perlomeno per il loro partner. Ma si trovano in conflitto tra i loro valori e i loro comportamenti. Spesso sono persone che sono state fedeli per decenni, ma che un giorno superano il confine che non credevano avrebbero mai oltrepassato, rischiando di perdere tutto. Ma per quale miraggio? Le avventure sono tradimenti, e sono anche l’espressione di un desiderio e di una perdita. Nel cuore di un’avventura, spesso troverai il desiderio e la voglia di un legame emotivo, della novità, della libertà, dell’autonomia, dell’intensità sessuale, del desiderio di riconquistare parti perdute di noi stessi o il tentativo di riportare indietro la vitalità di fronte a una perdita e a una tragedia.
Penso a un’altra mia paziente, Priya, che è felicemente sposata, che ama suo marito, che non lo vorrebbe mai ferire. Ma mi dice anche che ha sempre fatto quello che ci si aspettava da lei: brava ragazza, brava moglie, brava madre, accudisce i suo genitori immigrati. Priya si è innamorata del giardiniere che le ha rimosso un albero dal giardino dopo l’uragano Sandy. Con il suo furgone e i suoi tatuaggi, è esattamente l’opposto di lei. Ma a 47 anni, la storia di Praya riguarda l’adolescenza che non ha mai avuto. La sua storia sottolinea che quando cerchiamo lo sguardo di un altro non è sempre al nostro partner che voltiamo le spalle, ma alla persona che siamo diventati. Non stiamo cercando tanto un’altra persona, quanto stiamo cercando un altro noi stessi.
In tutto il mondo c’è una cosa che le persone che hanno delle avventure mi dicono sempre. Si sentono vive. Mi parlano spesso di storie di perdite recenti, di un genitore morto, di un amico che se ne è andato troppo presto, cattive notizie dal medico. La morte e la mortalità spesso vivono all’ombra di un’avventura, perché sollevano queste domande. È tutto qui? C’è di più? Continuerò così per altri 25 anni? Proverò ancora quella cosa? Questo mi ha portata a pensare che forse queste domande sono quelle che spingono le persone a superare il confine, che alcune storie sono il tentativo di ricacciare indietro la mortalità, un antidoto contro la morte.
Contrariamente a quanto potete pensare, le avventure hanno poco a che fare con il sesso e molto di più con il desiderio: desiderio di attenzione, desiderio di sentirsi speciali, desiderio di sentirsi importanti. La struttura precisa di un’avventura, il fatto che non potrete mai avere il vostro amante, vi porta a volerlo. È di per se stesso una macchina del desiderio, perché l’incompletezza, l’ambiguità, ti fanno volere quello che non puoi avere.
Alcuni di voi probabilmente penseranno che le avventure non capitino nelle relazioni aperte, invece succedono. Prima di tutto, il tema della monogamia non coincide con il tema dell’infedeltà. Ma il problema è che, a quanto sembra, persino quando abbiamo la libertà di avere altri partner sessuali, pare che siamo comunque attirati dal gusto del proibito, che se facciamo quel che non dovremmo, allora ci sentiamo come se davvero stessimo facendo quello che vogliamo. Ho anche detto a parecchi dei miei pazienti che se potessero portare nelle loro relazioni un decimo del coraggio, dell’immaginazione e del brio che mettono nelle loro avventure, allora probabilmente non avrebbero mai bisogno di me.
(Risate)
Come si guarisce da un’avventura? Il desiderio è profondo. Il tradimento è profondo. Ma può essere curato. Alcune storie sono le campane a morto per relazioni che stanno già avvizzendo. Ma altre ci daranno la scossa per nuove possibilità. Il fatto è che la maggior parte delle coppie che hanno provato il tradimento, restano insieme. Ma alcune di queste si limiteranno a sopravvivere, mentre altre saranno davvero in grado di trasformare la crisi in un’opportunità. Saranno in grado di trasformarla in una esperienza di crescita. E penso davvero che sia così ancora di più per il partner tradito, che spesso dirà:”Non pensi che anch’io volessi di più? Ma non sono quello che l’ha fatto”. Ma adesso che l’avventura è stata scoperta, anche loro vogliono di più, non devono più difendere lo status quo che può non funzionare più pure per loro.
Ho notato che molte coppie nel periodo immediatamente successivo a un’avventura, a causa di questo nuovo disordine possono davvero giungere a un nuovo ordine, avranno la profondità di conversazioni con onestà e franchezza che non hanno avuto per decenni. Partner che erano sessualmente indifferenti si ritrovano all’improvviso così bramosamente voraci che non si spiegano cosa sia successo. Qualcosa relativo alla paura della perdita ravviverà il desiderio e farà spazio a un tipo di verità completamente nuova.
Così quando un’avventura viene scoperta, quali sono le cose specifiche che le coppie possono fare?Sappiamo che i traumi iniziano a guarire quando il colpevole riconosce la propria colpa. Così per il partner che ha avuto un’avventura, per Nick, una cosa è porre fine all’avventura, un’altra è l’essenziale, importante atto di esprimere senso di colpa e rimorso per aver ferito la moglie. Ma la verità è che ho notato che parecchie persone che hanno avuto un’avventura possono sentirsi terribilmente in colpa per aver ferito il proprio partner, ma non si sentono in colpa per l’esperienza in sé del tradimento.
La distinzione è importante. È necessario che Nick mantenga l’attenzione sulla relazione. È necessario che diventi, per un po’, il custode dei confini. È sua la responsabilità di ristabilirli, perché se ci si dedica, lui può dare sollievo all’ossessione di Heather, assicurandosi che l’avventura non sarà dimenticata, e questo, di per sé, comincia a ripristinare la fiducia.
Ma per Heather, o per i partner traditi, è essenziale fare cose che gli ridiano un senso di autostima,circondarsi d’amore, di amici e di attività che ridiano gioia, senso e identità. Ma anche più importante è tenere a freno la curiosità di cercare di scoprire i sordidi dettagli. Dove eri? Dove l’hai fatto? Quante volte? Lei è meglio di me a letto? Domande che infliggono soltanto ulteriore dolore, e che ci tengono sveglie la notte. E invece, sostituirle con quelle che chiamo domande di esplorazione, quelle che fanno uscire il senso e le motivazioni. Cosa ha significato per te questa storia? Cosa riuscivi ad esprimere o a provare che non riesci più a provare con me? Come ti sentivi quando tornavi a casa? Che cosa di noi due ha valore per te? Sei contento che sia finita?
Ogni avventura ridefinisce la relazione, e ogni coppia deciderà quale sarà l’eredita dell’avventura. Ma le avventure sono qui per rimanere, e non se ne andranno. Il dilemma fra amore e desiderio, non si piega a risposte semplici: bianco e nero, buono e cattivo, vittima e carnefice. Il tradimento in una relazione si manifesta sotto molti aspetti. Ci sono molti modi in cui tradiamo il nostro partner: con il disprezzo, con la trascuratezza, con l’indifferenza, con la violenza. Il tradimento sessuale è solo uno dei modi per ferire il partner. In altre parole, la vittima di un’avventura non è sempre la vittima del matrimonio.
Mi avete ascoltato, so cosa state pensando: lei ha un accento francese, deve essere favorevole alle avventure.
(Risate)
Vi sbagliate. Non sono francese.
(Applausi)
E non sono favorevole alle avventure. Ma poiché ritengo che da un’avventura possa uscire del bene, mi è stata spesso posta questa domanda davvero strana: Potrei consigliarla? Non vi consiglierei di concedervi un’avventura più di quanto vi raccomanderei di avere il cancro, anche se sappiamo che le persone che sono state male spesso parlano di come la malattia abbia fornito loro una nuova prospettiva. Tornando alla domanda iniziale che mi è stata posta quando sono arrivata a questa conferenza, cioè se avrei parlato a favore o contro l’infedeltà. Ebbene, la risposta è “sì”.
(Risate)
Guardo alle avventure da una doppia prospettiva: da un lato dolore e tradimento, dall’altro crescita e scoperta del sé, quello che fa a voi e quello che significa per me. Quando una coppia viene da me nel periodo successivo a un’avventura che è stata scoperta, dico loro sempre così: oggi in Occidente la maggior parte di noi avrà due o tre relazioni o matrimoni, alcuni di noi l’avranno con la stessa persona. Il vostro primo matrimonio è finito. Vi piacerebbe ricostruirne un secondo insieme?
Grazie. 



Volete condividere qualche pensiero? Cosa ne pensate? 

dott.ssa Laura Tresoldi

sabato 13 giugno 2015

ULTIMI DATI ISTAT SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LA FAMIGLIA

    

La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.

Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).

Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014)
Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%). Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).

Emergono importanti segnali di miglioramento rispetto all'indagine precedente: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all'11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.

È in calo sia la violenza fisica sia la sessuale, dai partner e ex partner (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) come dai non partner (dal 9% al 7,7%). Il calo è particolarmente accentuato per le studentesse, che passano dal 17,1% all'11,9% nel caso di ex partner, dal 5,3% al 2,4% da partner attuale e dal 26,5% al 22% da non partner.

In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.

Alla maggiore capacità delle donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirle si affianca anche una maggiore consapevolezza. Più spesso considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell'ordine (dal 6,7% all'11,8%). Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner.

Rispetto al 2006, le vittime sono più soddisfatte del lavoro delle forze dell'ordine. Per le violenze da partner o ex, le donne molto soddisfatte passano dal 9,9% al 28,5%.
Si segnalano però anche elementi negativi. Non si intacca lo zoccolo duro della violenza, gli stupri e i tentati stupri (1,2% sia per il 2006 sia per il 2014). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi.

3 milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne. Di queste, 1 milione 524 mila l'ha subìto dall'ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall'ex partner.

http://www.istat.it/it/archivio/161716